Addestramento in Lago

Superato il periodo propedeutico in piscina, ha inizio la fase più importante del Corso vero e proprio, attraverso l’esecuzione di varie operatività svolte tutte in ambiente naturale.

Constatati i positivi risultati ottenuti in oltre 50 anni di attività formativa svolta,la Scuola ha ritenuto e – ritiene tutt’ora – che l’ambiente subacqueo lacustre, con i suoi fondali fangosi ed algosi, le sue correnti, la sua scarsa visibilità, etc., costituisca un elemento insostituibile per la formazione psicologica e tecnica dell’Operatore Tecnico Subacqueo (O.T.S.).

La formazione, la qualificazione professionale e l’avviamento al lavoro di oltre 3000 allievi, attualmente operanti nella stragrande maggioranza delle aree geografiche nazionali e internazionali, sono la riprova tangibile della scelta corretta, operata dalla Scuola, anche sulla base dell’annosa esperienza professionale subacquea vantata, a ragion di titolo, dai suoi fondatori.

Il lago, inoltre, se di sufficienti dimensioni, dispone di tutti gli aspetti caratteristici del mare: vento, correnti, moto ondoso, etc.; tutte carattistiche proprie del lago di Bracciano, appositamente scelto dalla Scuola per il conseguimento dei fini didattici sopra illustrati.

Ma a differenza dell’ambiente marino il lago non esercita, atavicamente, alcuna particolare attrattiva per l’immersione che è, quindi, effettuata con scarsissima stimolazione passionale, ma solo per razionale impulso finalizzato al soddisfacimento di esigenze professionali di carattere operativo.

Nei confronti dell’immersione in acqua dolce, poi, esiste una istintiva ritrosia psicologica, ben differente rispetto all’attrattiva espressa dall’acqua di mare che dispone, quasi sempre, di riflessi colorati, di limpidezza, di temperatura moderata; la visibilità del lago è invece quasi sempre limitata, offuscata, se non assente del tutto, la flora e la fauna diventa pressoché inesistente a partire dalla batimetria di –15.

Il colore dominante dell’ambiente lacuale, poi, va da un verde crepuscolare ad un verde cupo, per divenire marrone, marrone scuro e nero in uno spazio batimetrico, molto spesso assai limitato.

Questa colorazione dell’acqua, unitamente alla scomparsa di qualunque forma di vita, etc., da al subacqueo una netta sensazione di isolamento, di spettralità visive, di silenzio irreale, di assoluta solitudine rispetto a qualsiasi altro ambiente operativo, ma di converso lo sollecita, lo coinvolge e lo predispone a porre in atto quella necessaria professionalità indispensabile a poter penetrare nell’ambiente subacqueo in forma di totale concentrazione e fiducia nell’applicazione rigida di protocolli e procedure prevenzionali tecnico/antinfortunistiche, senza “correre il rischio” di essere distratto da altri elementi estranei all’aspetto tecnico applicativo.

Spesso è sufficiente un movimento inconsulto compiuto sul fondo, un movimento scoordinato, per trovarsi di fronte alla necessità di operare, anche, nella più completa assenza di visibilità.

Ed è soprattutto di fronte a problemi del genere, in tale insostituibile ambiente operativo, che l’Allievo si trova nella condizione di dimostrare a sé stesso di saper porre in atto tutti quegli insegnamenti ricevuti, proposti sempre in termini di sicurezza operativa che si sviluppa, poi con estrema gradualità, fino a raggiungere un livello di maturazione psichica ritenuta determinante dalla Scuola stessa ai fini della sicurezza operativa.

Nel lago di Bracciano, già alla batimetria di –6/-7 la visibilità incomincia a scarseggiare e da –12 metri iniziano sbalzi termici di un certo rilievo che comportano, da parte dell’Allievo, la necessità di una maggiore concentrazione tecnico/operativa riguardante, soprattutto, la ventilazione respiratoria e l’impegno mnemonico; il superamento controllato dei problemi sopra espressi sviluppano, pertanto, altre facoltà psicologiche ritenute inscindibili dall’autocontrollo quali: il COORDINAMENTO VENTILATORIO, l’IGIENE DELL’IMMERSIONE e delle OPERAZIONI, la CAPACITA’ MNEMONICA, la DISCIPLINA OPERATIVA, intesa in termini di AUTODISCIPLINA tecnica.

Un ulteriore sbalzo termico si avverte, normalmente, sui –18/-20 metri. Ancora a –30 e a –50.

Niente di particolarmente impegnativo o pericoloso, dal punto di vista fisico, se si proviene da opportuni cicli di allenamento psicofisico preliminare e protetti, almeno, da normali mute di neoprene da mm. 5 o 6,5 e sottomuta da mm.3.

Anche questo aspetto, comunque, rende ancor meno attraente l’immersione in lago e l’effettuazione dei vari tests operativi a cui gli Allievi, preliminarmente e gradualmente preparati, sono chiamati a rispondere, rivestono una importanza didattica di particolare rilievo e attendibilità proprio perché richiedono un impegno e una partecipazione attiva degli Allievi stessi, in termini di sviluppo delle proprie capacità psicologiche, fisiche e tecniche che la Scuola identifica nella PSICOIDONEITA’.

Unitamente allo svolgimento delle varie operatività di carattere tecnico, la maturazione e/o lo sviluppo di quelle di carattere psicologico, viene impartito un addestramento strumentale riferito alle lavorazioni più ricorrenti in ambito imprenditorale e l’addestramento tende a favorire l’acquisizione di concrete capacità applicative in forma direttamente proporzionale alla progressiva penetrazione batimetrica nell’ambiente idrico ponendo in atto, anche, tutto quanto appreso attraverso lo studio della Tecnica e Teoria applicata, della graficizzazione delle immersioni, della fisiopatologia subacquea, delle norme di Igiene e Sicurezza relative alla prevenzione antinfortunistica e dei protocolli operativi.

Le giornate operative previste sono 9/10 e rivestono, oltre al determinante sviluppo di capacità psicologiche dell’Allievo, carattere d’intervento operativo nella medesima misura con quanto viene attuato dalla stragrande maggioranza delle ditte operanti nel settore specifico, a livello internazionale e costantemente aggiornato dalla Scuola che dispone, per tal fine, di un proprio capillare sistema di aggiornamento specifico.

In TUTTE le esercitazioni pratiche vengono attuate metodologie applicative riscontrabili in un vero e proprio cantiere di lavoro subacqueo, senza trascurare neppure il linguaggio marinaresco d’uso e consuetudine in tale ambiente operativo.