Camere Iperbariche
Tutti gli impianti iperbarici qui riprodotti,sono di esclusiva proprietà della Marco Polo che è l’unica scuola di formazione professionale in Italia a disporre in proprio di ben 4 impianti iperbarici biposto e multiposto,con impianto campana e camera biambiente,per operatività in alto fondale e saturazione (saturation diving).
La fase di formazione professionale degli allievi, utilizzante camere iperbariche, ricopre un’importanza fondamentale ai fini della loro sicurezza operativa in acqua. Infatti, un ciclo addestrativo specifico svolto all’interno delle camere iperbariche, in forma propedeutica all’attività subacquea da svolgersi in lago o in mare che sia, tende non solo a far conoscere le varie camere iperbariche nelle loro caratteristiche di funzionamento generale e meccanico, in applicazione pratica di quanto studiato in Tecnica e Teoria di Comp./Dec., ma garantisce all’allievo la possibilità d’autoanalisi di carattere respiratorio/ventilatorio riferito agli scambi gassosi, con evidenti vantaggi di carattere psicologico e tecnico, proprio perché la camera iperbarica ricopre il ruolo di un insostituibile simulatore d’iperbarismo “asciutto” esattamente identico per valori pressori e, quindi, di Pp dei vari gas componenti il miscuglio respiratorio, a quelle che gli allievi dovranno raggiungere in iperbarismo “bagnato” (immersione).
L’indispensabilità di tale fase addestrativa, preliminare alle prove pratiche idrospaziali, è fin troppo evidente se si paragona l’attività formativa di carattere psicologico e tecnico di un aspirante subacqueo professionista (batinauta) a quella predisposta per un aspirante astronauta che dovesse fare a meno dell’addestramento nel simulatore d’ipobarismo da effettuarsi preliminarmente alla missione aerospaziale .
L’aspirante tecnico subacqueo dovrà superare problemi di natura tecnica, strumentale e psicologica esattamente nella identica misura dell’aspirante astronauta, seppur operante in un ambiente diametralmente opposto.
Prevedere per gli allievi un ciclo addestrativo pratico limitato alle immersioni propriamente tali, lascerebbe esposti gli stessi ad un rischio della propria incolumità fisica assolutamente inutile ed eccessivo, proprio a causa della mancanza di “gradualità” formativa dalla piscina alle acque esterne che soltanto un passaggio intermedio effettuato con l’impiego di un simulatore di pressione, quale è la camera iperbarica a tutti gli effetti, potrà garantire in termini di seria e concreta prevenzione antinfortunistica.
Già durante gli accertamenti sanitari di ammissione alla frequenza del corso che prevedono il superamento di varie prove da sostenere di fronte ad una commissione medica, gli aspiranti allievi dovranno dimostrare di non soffrire, fra l’altro, di turbe psichiche collegate ad un aspetto claustrofobico nella prova pratica effettuata in camera iperbarica.
Tutto quanto sopra espresso, inerente la fase addestrativa in camera iperbarica, si prefigge lo scopo di:
- abituare l’allievo a muoversi in spazi ristretti con razionalità e in forma esente da sensazioni claustrofobiche;
- fornirgli l’indispensabile bagaglio tecnico necessario a permettergli di garantire un’assistenza all’interno della camera iperbarica;
- allenarlo alla capacità di controllare ritmo e volume ventilatorio in presenza di concentrazioni maggiori di Pp dei vari gas proporzionali all’aumento dei valori di P.A. (Pressione Assoluta), con particolare riferimento all’azoto (N2) e all’anidride carbonica (CO2), rispetto all’ambiente normobarico a cui l’Organismo Umano (O.U.) è abituato;
- fargli conoscere i protocolli e procedure d’uso da adottare in caso di emergenza e, quindi, predisporre il pronto soccorso del caso, attraverso la disponibilità di almeno un altro impianto iperbarico dislocato nella medesima sede addestrativa/operativa della camera iperbarica denominata “madre”, impegnata dagli allievi per la loro fase formativa/esperienziale e pronto ad essere impiegato in caso di emergenza.
Entrambe le camere, come di norma e in ossequio a disposizioni legislative attualmente vigenti in Italia (DPR 321 del 20 Marzo 1956 e D.L. 626 del 19 Settembre 1994), sono manovrate da personale tecnico iperbarico (T.I.) qualificato professionalmente ai sensi delle vigenti leggi in materia di formazione e qualificazione professionale necessario per la gestione, in ogni sua fase, della camera stessa, con la presenza costante di un medico esperto in iperbarismo.
Per la completa efficienza gestionale e prevenzionale antinfortunistica, poi, è necessario che la camera iperbarica venga fatta funzionare disponendo almeno di:
- un Operatore Tecnico Subacqueo (O.T.S.) qualificato professionalmente ai sensi delle vigenti leggi in materia di formazione e qualificazione professionale, necessario per la compilazione delle analisi grafiche di Comp./Dec.;
- un secondo Operatore Tecnico Subacqueo, qualificato anch’egli professionalmente, per il rilevamento e l’analisi dei valori temporali di Comp./Dec.;
- un terzo Operatore Tecnico Subacqueo, in stand-by, pronto ad intervenire all’interno della camera iperbarica utilizzata per l’addestramento, onde garantire il pronto soccorso tecnico e parasanitario a chiunque dovesse trovarsi in difficoltà durante la fase addestrativa;
- un medico esperto presente all’interno dell’impianto iperbarico, pronto ad intervenire in caso d’emergenza sanitaria.
Durante tutte le prove iperbariche sostenute dagli allievi, vengono elaborati i P.C. – Programma/i di Compressione – preventivi, correttivi e finali della fase di Comp./Dec., annotando tutto quanto di eventualmente anomalo verrà riscontrato nel comportamento psicofisico di ciascun allievo, da parte dei responsabili tecnici e sanitari presenti.
Nel prosieguo della permanenza degli allievi in camera iperbarica, fino alla batimetria di –50, gli stessi dovranno risolvere vari tests psicologici, manuali, intellettivi, mnemonici, di riflessi, etc., sviluppando quelle capacità psichiche che garantiranno la sicurezza dell’immersione vera e propria.
E’ stato sorprendente constatare, negli anni di formazione professionale per O.T.S. e T.I., la capacità tecnico-applicativa e la crescente capacità psicologica dimostrata in iperbarismo dry, da parte degli allievi provenienti da tale ciclo d’esperienza pratica, tanto da far considerare alla Scuola, tale fase addestrativa, preliminare alle immersioni, un mezzo insostituibile per lo sviluppo della formazione psicologica e tecnica dei propri allievi.